domenica 27 gennaio 2008

LA TECNICA DEL GIAVELLOTTTO


LA TECNICA DEL LANCIO DEL GIAVELLOTTO

In tutti i lanci dell'atletica leggera , il fine ultimo per realizzare un lancio efficace è quello di
ottenere la massima lunghezza del percorso dell'accelerazione , con lo scopo di realizzare la
massima velocità di uscita dell'attrezzo. Sono molteplici i fattori tecnici che andranno a concorrere
per l'ottenimento di un buon lancio , tra questi si possono individuare:
- una velocità di rincorsa ottimale- giusti posizionamenti del corpo e dell'attrezzo nella fase che precede il finale di lancio
- esatto posizionamento delle masse corporee ed il rispetto della catena
biocinetica nel finale di lancio
- una giusta angolazione dell'attrezzo al momento del rilascio
Affinché si possa realizzare quanto detto occorre contestualmente porre in essere i seguenti elementi tecnici di lancio, che semplifichiamo nello specchietto successivo.

ANALISI TECNICA DELLE FASI DI LANCIO

Tenendo sempre presente che il lancio è da considerarsi sempre nel suo insieme, possiamo scomporre la rincorsa in due fasi principali:
una fase di accelerazione iniziale detta FASE CICLICA, ed una fase di transizione detta FASE ACICLICA, fase quest'ultima preparatoria al lancio vero e proprio

FASE CICLICA

L obbiettivo di questa fase è il raggiungimento di una velocità ottimale di rincorsa che consenta un’ulteriore accelerazione nella successiva fase
La velocità di rincorsa è una variabile soggettiva che si determina in relazione alle tendenze individuali di impostazione del lancio e alle caratteristiche fisiche dell’atleta . Superare o mantenersi al disotto della velocità ottimale significa compromettere l'efficacia del lancio.
Il livello prestativo è rapportato , oltre alla velocità ottimale di rincorsa , anche alla distanza entro quale tale velocità si estrinseca : Bauersfeld \ Schroter 1980 e Terauds 1985 sostengono che tale distanza ( fase ciclica) deve essere comprese tra gli 8 ed i 14 passi di rincorsa. Possiamo così riassumere le particolarità di questa fase:
* lunghezza della fase ciclica soggettiva , 8 - 14 passi
* rincorsa molto ritmica, rimanendo al massimo decontratti
* il passaggio alla successiva fase deve consentire un aumento della velocità, e deve essere eseguito in modo fluido

FASE ACICLICA

Lo scopo di questa fase è raggiungimento delle condizioni biomeccaniche ottimali che contribuiscano all'ottenimento delle giuste pretensioni muscolari ed esatti angoli di impostazione dell’attrezzo
Nella fase aciclica l'atleta eseguirà 4 o 6 passi , quindi 5 o 7 appoggi, molto importante è la ritmica che dovrà consentire la progressiva accelerazione finale.
Nella fase preparatoria sono analizzati i passi "aciclici" della rincorsa con l'esclusione dell'ultimo , che per le sue peculiarità sarà trattato in maniera più analitica. Possiamo così sintetizzare gli aspetti più importanti di questa fase:
* all'inizio della fase aciclica , quando l'attrezzo sull'appoggio del piede sinistro viene arretrato o "sfilato", il braccio ed il giavellotto si allineano con l'asse delle spalle , tale movimento deve essere compiuto in maniera estremamente fluida.
* il puntale del giavellotto si troverà all'altezza del mento, mai al disopra dell'altezza dell'occhio
* le gambe andranno ad anticipare il busto , condizione fondamentale per la creazione delle giuste pretensioni muscolari nella fase finale, quindi la posizione arretrata del busto non è dovuta ad un suo effettivo arretramento ( fattore che se realizzato andrebbe a sottrarre velocità all'entrata ) , ma da un’azione rapida delle gambe che andranno a "sorpassare " la parte superiore del corpo.
Un momento estremamente importante in questa fase è il passaggio dal terzo al quarto appoggio ( sinistro - destro per un lanciatore destrimano che utilizza il ritmo a cinque appoggi)

PASSO IMPULSO

le cui caratteristiche sono:
* forte spinta in avanti , radente
* gambe in netto anticipo sul busto
* gamba sinistra che supera in volo la gamba destra , per ridurre al minimo la fase successiva di mono appoggio
* la lunghezza del passo impulso è legata alle caratteristiche fisiche dell'atleta ,ma è comunque il passo più lungo della rincorsa del giavellottista
Per quanto concerne la velocità di rincorsa raggiunta durante la fase aciclica vi è sempre una variazione di velocità che tende a diminuire in prossimità del lancio(a causa del passo impulso), comunque una buona prestazione è sempre ottenuta quando è il più limitato possibile.

FINALE DI LANCIO

Questa fase è molto delicata per la riuscita del lancio , è il momento in cui tutte le forze accumulate devono trasferirsi nell'asse dell'attrezzo con il risultato finale di ottenere la massima velocità di uscita e l'esatto angolo di uscita. Possiamo suddividere questa fase in due principali sottofasi:
* FASE PREPARATORIA O DI MONOAPPOGGIO
* FASE DI LANCIO - DOPPIO APPOGGIO E RILASCIO DELL'ATTREZZO

FASE PREPARATORIA O DI MONOAPPOGGIO

In questa fase si ha il raggiungimento della posizione ottimale e delle condizioni biomeccaniche favorevoli per il successivo rilascio dell’ attrezzo
In teoria al termine di questa fase il lanciatore dovrebbe assumere le seguenti posizioni:
* Piede destro orientato in avanti con un angola di 45° rispetto alla direzione del lancio
* il braccio lanciante naturalmente disteso dietro, mano supinata ed all'altezza della spalla
* asse del giavellotto e delle spalle paralleli
* la gamba di puntello deve ricercare la massima estensione e tensione muscolare prima di toccare il terreno
* l'angolo dell'attrezzo rispetto all'orizzontale deve oscillare tra i 30°-35°.
* l'angolo di caricamento al ginocchio della gamba in appoggio oscillerà tra i 140° ai 160°

FASE DI LANCIO - DOPPIO APPOGGIO E RILASCIO DELL'ATTREZZO

È in questa fase dove abbiamo la massima velocità di uscita dell'attrezzo ed esatto posizionamento dello stesso per realizzare il giusto angolo di uscita
Analizzando questa fase possiamo evidenziare alcune posizioni o " momenti" che sono peculiari della specialità: appoggio della gamba di puntello:
* la gamba è estesa ed in forte tensione, con un angolo rispetto all'orizzontale di circa 45°
* l'asse delle spalle è ancora allineato con quello del giavellotto
* braccio lanciante disteso con mano supinata ed all'altezza della spalla, completamente rilassato ed inattivo.
* la gamba destra spinge le anche verso il puntello posizione ad ARCO, o di massima tensione:
* inizio della frontalizzazione delle spalle che parte da una forte rotazione in direzione della direttrice di lancio del piede, del ginocchio delle, anche e spalle
* il lato sinistro , lato del puntello, blocca la rotazione fissando le spalle in posizione frontale
* il braccio lanciante rimane disteso dietro ed ancora inattivo rilascio dell'attrezzo:
• inizio dell'intervento del braccio lanciante , FRUSTATA, che interviene con l'anticipo del gomito, che passa per alto vicino al capo, e successivamente dell'avambraccio e della mano: L'intervento del braccio deve essere inserito per ultimo e non dovrà anticipare le fasi precedenti ,
* la gamba sinistra rimane estesa , ed il bacino in forte tensione in modo tale che non abbia la possibilità di arretrare
* lo sguardo rimane il più possibile rivolto verso la direzione di lancio
* il giavellotto sarà indirizzato con le giuste angolazioni verso la direzione di lancio

FASE DI RECUPERO

In questa fase l'atleta , una volta rilasciato l'attrezzo , dovrà recuperare la stabilità per evitare il nullo di pedana. Per realizzare al meglio quest’importante fase l'atleta dovrà effettuare il lancio, l'appoggio della gamba di puntello , con una distanza dalla fine della pedana di circa 1,5 -2 mt a secondo delle caratteristiche individuali, ciò per consentire di posizionare il piede dx che consentirà di frenare l'atleta dopo il lancio. Anche in questa fase lo sguardo dell'atleta dovrà essere rivolto verso la direzione di lancio.


Appunti dal corso specialista lanci del Prof Di Molfetta

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